giovedì 12 febbraio 2009


UN’ ESCURSIONE INSOLITA


Alle sette antimeridiane di una tranquilla mattina di luglio, tutti i componenti del gruppo equestre amatoriale, nato da poche settimane, avrebbero dovuto trovarsi all’imbocco della piccola strada di sassi bianchi che conduce, ripida e panoramica, sulla vetta del monte più alto della vicina catena montuosa, per un’escursione tra i boschi.
Elisa, l’amazzone più mattiniera, in sella alla sua cavalla Sally, si trovava sul luogo d’incontro, con una buona mezz’ora d’anticipo, per godersi nel silenzio, interrotto a tratti dal cinguettio dei passerotti, uno degli spettacoli più incantevoli che la natura possa offrire: l’alba di un nuovo giorno. Il rumore cadenzato degli zoccoli dei cavalli in avvicinamento, richiamano l’attenzione di Sally che immediatamente volge il muso nella direzione dei sei cavalieri e continuando a masticare un ciuffo d’erba fresca strappato dal ciglio della strada,li osserva scupolosamente uno ad uno, ma senza timore poiché ne riconosce gli odori. Elisa abbandona la sua posizione, da dove si poteva contemplare il disco giallo innalzarsi sempre più in alto dalla creste dei monti scuri, per andare a salutare i suoi compagni di viaggio. Anche Mirco e Stefania, i due componenti più giovani del gruppo ce l’hanno fatta ad alzarsi così presto per seguire i più esperti nell’escursione montana. Avevano partecipato in passato a diverse passeggiate con i loro cavalli ma questa era la prima volta che dovevano affrontare un percorso così tortuoso e non privo di difficoltà, nonostante tutto erano tranquilli poiché riponevano moltissima fiducia nei loro animali con i quali avevano raggiunto un discreto livello di affiatamento. Erano riusciti a procurarsi le bisacce per il pranzo al sacco e due grandi borracce scamosciate da riempire al primo ruscello che avrebbero incontrato. Non c’è niente di più dissetante dell’acqua sorgiva in una promettente calda giornata d’estate aveva assicurato Elisa ai ragazzi, il giorno precedente
Dopo i saluti i cavalieri e le amazzoni si dispongono in fila indiana per accingersi ad affrontare il primo tratto del sentiero, uno dei più ripidi dell’intero percorso ma il più panoramico e suggestivo.
- Hanno ragione a chiamarla “ strada Belvedere”! Esclama stupefatta Mara,l’amica di Elisa. - Da questa posizione è possibile ammirare tutta la vallata, le curve sinuose del fiume e persino il mare in lontananza con le principali isole! E’ veramente una visione incantevole.
- Sì, è proprio vero. Conferma Giulio il più anziano dei cavalieri.
- Tuttavia non lasciatevi rapire troppo dall’incanto del paesaggio, fate attenzione piuttosto a dove i cavalli mettono gli zoccoli, poiché il bordo del sentiero è cedevole e franoso. -Ok. Rispondono gli altri. Ricevuto capo!
Oltrepassata la grande curva che sovrasta la cava di pietre rossastre, la strada sassosa si inoltra in un fitto bosco di castagni, pini marittimi e piccoli olivi nati spontaneamente. L’aria frizzantina procura un po’ di refrigerio alla spensierata comitiva che comincia ad accalorarsi.

Continua.........................

Nessun commento:

Posta un commento